Blitz contro i Casalesi, 14 arresti: boss scarcerato dopo 24 anni stava ricostruendo il clan

Operazione dei carabinieri a Caserta: misura cautelare per 14 persone, il gruppo guidato dal ras Antonio Mezzero e legato alla fazione Schiavone-Zagaria.
A cura di Nico Falco
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Non appena aveva lasciato il carcere, dopo 24 anni di reclusione, era tornato "sul territorio": Antonio Mezzero, 62 anni, storico ras dei Casalesi su Grazzanise (Caserta), in carcere ininterrottamente dal 1999 al 2022, aveva ricompattato intorno a sé un manipolo di fedelissimi e nuove leve e stava tentando di ricostruire il clan, una frangia che faceva capo alla fazione Schiavone-Zagaria, a colpi di estorsioni e intimidazioni. È l'esito delle indagini dei carabinieri, che hanno portato al blitz di questa mattina, 14 ottobre: 14 misure cautelari (9 in carcere e 5 ai domiciliari), eseguite da 120 militari, col supporto di un team SOS (Squadre Operative di Supporto), una squadra del Nucleo Cinofili Carabinieri e una del Nucleo Elicotteri di Pontecagnano.

Smantellata la frangia dei Casalesi

Le indagini erano state avviate nel settembre 2022, periodo in cui Mezzero aveva lasciato il carcere da un paio di mesi ed era sottoposto a libertà vigilata con obbligo di soggiorno, e sono andate avanti fino alla fine di giugno 2023. Con intercettazioni telefoniche e ambientali e servizi di osservazione e pedinamenti i carabinieri hanno documentato dinamiche che hanno coinvolto affiliati ai Casalesi di diverso spessore e attivi tra Grazzanise, Santa Maria La Fossa, Vitulazio, Capua, San Tammaro, Santa Maria Capua Vetere, Casal di Principe e altri comuni limitrofi.

L'operazione è scattata alle prime ore di oggi, coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli e affidata ai carabinieri del Nucleo Investigativo del Comando Provinciale di Caserta, in esecuzione di una ordinanza applicativa di misura cautelare emessa dal gip presso il Tribunale di Napoli su richiesta della Dda locale.

Gli indagati sono ritenuti responsabili, a vario titolo, di associazione a delinquere di tipo mafioso, estorsione, incendio, detenzione di armi e ricettazione. Tra i destinatari del provvedimento c'è anche Mezzero, che era finito in carcere nel 1999 e ci era rimasto fino al 2022, per circa 23 anni e mezzo; una volta tornato sul territorio l'uomo avrebbe immediatamente ripreso i contatti coi vecchi sodali e, avvicinandosi anche a nuovi gruppi criminali, avrebbe cercato di ricompattare la frangia del cartello dei Casalesi.

Le indagini sul boss scarcerato Mezzero

Secondo gli inquirenti Antonio Mezzero, avvalendosi di persone di fiducia, tra cui anche parenti, avrebbe imposto estorsioni a diversi imprenditori del territorio imprenditori. Ricostruita anche la tentata estorsione ai danni di una giovane coppia: i due si sarebbero rifiutati di liberare l'appartamento in cui vivevano in affitto, sarebbero stati minacciati e la loro automobile sarebbe stata incendiata.

Dalle indagini è inoltre emerso che gli indagati avevano tentato di accaparrarsi la gestione di attività commerciali con lo scopo di reimpiegare i capitali illeciti, e di ottenere una tangente sulla compravendita di un capannone commerciale del valore di oltre un milione di euro.

Tra le attività del sodalizio c'era, inoltre, la ricettazione di mezzi da lavoro e materiali da cantiere; nel corso dell'attività sono stati restituiti ai proprietari diversi autocarri e mezzi agricoli, per un valore stimato complessivamente in circa 40mila euro, ritrovati dai carabinieri subito dopo i furti.

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